Un aspetto peculiare della religiosità abruzzese del Medioevo sono i quasi cento eremi concentrati soprattutto in prossimità delle montagne. Merito di un rilassante ambiente che permette al fedele di essere un tutt’uno con la propria interiorità.
Eremo di Santo Spirito a Majella
Rappresenta il più importante e conosciuto eremo della Majella. Si trova a Roccamorice(PE). La sua costruzione risulta anteriore al XI secolo. Le prime informazioni risalgono all’anno 1053 quando divenne la dimora di colui che sarebbe diventato Papa Vittore III e nel 1246 di Pietro dal Morrone, altro futuro Papa con il nome di Celestino V. A Pietro dal Morrone si devono i lavoripiù grandi di ristrutturazione di questa magnifica opera. L’eremo ha ospitato altri ospiti illustri come, ad esempio, Torquato Tasso, Cola Di Rienzo, Roberto di Salle. Inoltre il Petrarca, lo ha citato nel trattato in prosa latina “De Vita Solitaria”. E’ incastonato in una parete rocciosa: ha subito nel tempo varie modifiche e trasformazionied oggi si presenta così: ci sono una chiesa, una sagrestia e un complesso monastico su due piani.
Eremo di San Bartolomeo in Legio
Lo troviamo nel comune di Roccamorice(PE)nel territorio del Parco Nazionale della Majella. E’ uno degli eremi più belli e suggestivi d’Abruzzo. E’ situato su uno sperone roccioso ad un’altitudine di circa 600 metri,letteralmente incastonato nella roccia.La sua costruzione risale all’XI secolo. E’ stato restaurato da Pietro dal Morrone, che poi è diventato Papa Celestino. Vi dimorò per circa 2 anni, dal 1274 al 1276. L’eremo è interamente scavato nella roccia. Si raggiungesalendo una suggestiva scalinata che conduce in un grande spazio roccioso: ha l’aspetto di una terrazza e porta ad una parete che è l’ingresso della chiesa-cappella dove soggiornava Pietro dal Morrone. La parete è coperta da affreschi che, col tempo, sono stati intaccati. La chiesa è piccola e accogliente ed ha una piccola finestrella che dà sul Vallone di Santo Spirito. Si respira grande spiritualità e la sua visita è un’esperienza indimenticabile. Da non perdere sono i festeggiamenti in onore del Santo che si tengono il 25 Agosto: una lunga processione si sviluppa per i sentieri che conducono all’eremo. I fedeli si avvicendano nel trasporto della statua di legno di San Bartolomeo. All’alba di quel giorno, all’interno dell’eremoviene celebrata la messa e, dopo, i pellegrini, si recano al torrente Capo la Vena, dove, secondo un antico rito, si ricoprono di acqua.
Grotta Sant’Angelo
La Grotta Sant’Angelo, è anche chiamata eremo o grotta di San Michele: si trova in provincia di Teramo, nel comune di Civitella del Tronto( frazione Ripe di Civitella), all’interno della Riserva Naturale Gole del Salinello. E’ considerata una delle caverne rupestri più importanti della preistoria italiana. Per secoli è stata un’importante luogo di culto ma oggi è meta di pellegrinaggi in onore di San Michele Arcangelo. Il 1 Maggio e il 29 Settembre di ogni anno vi si celebra ancora Messa. Una volta entrati, troviamo la prima stanza dalla quale, attraverso una scalinata, si accede ad un piano superiore dove troviamo un altro ambiente che affaccia sulla vallata delle Gole del Salinello, da cui si gode di un meraviglioso panorama. Da qualche tempo, dentro la grotta hanno allestito un Museo che, attraverso dei pannelli illustrativi e immagini, racconta al visitatore la storia del sito. Arrivare alla grotta è semplice: è una passeggiata di circa 10 minuti, attraverso leggere salite e discese, tra panorami meravigliosi dei canyon delle Gole del Salinello.
Grotta di Sant’Angelo e chiesa rupestre di Sant’Agata D’Ugno
La Grotta di Sant’Angelo è ubicata nel Comune di Palombaro, in provincia di Chieti, all’interno del Parco Nazionale della Majella e della riserva naturale di Fara San Martino-Palombaro, area protetta istituita nel 1983. Si trova in località Sant’Agata D’Ugno, a circa 1000 metri di altitudine ed a pochi chilometri dal centro abitato. A differenza delle altre grotte che troviamo nei d’intorni, ha al suo interno un “tesoro”: la piccola chiesa rupestre di Sant’Agata D’Ugno. Ha una struttura semicircolare che affiora dalla parete rocciosa. La sua costruzione risale ad un periodo tra l’XI ed il XII secolo. Secondo la tradizione, la chiesa sarebbe stata eretta su un tempio dedicato alla dea della fertilità, Bona. Si racconta che un tempo, le donne, si recassero nella grotta per bagnarsi il seno nudo con l’acqua contenuta nelle quattro cisterne, scavate nella roccia, che si trovano nella grotta. Questo rito pare, favorisse l’abbondanza di latte. Successivamente la chiesa di Sant’Agata D’Ugno è diventata luogo di culto per San Michele Arcangelo.
Eremo di Sant’Onofrio -Serramonacesca-
L’eremo fa parte del Parco Nazionale della Majella, e si trova nel comune di Serramonacesca(PE),a circa 725 metri di altitudine. Fu costruito dai monaci benedettini, ma non si è riusciti a dargli una sicura datazione: si ipotizza che possa essere stato edificato tra l’XI ed il XIV secolo. E’ di stile romanico, ed è stato costruito al di sotto di una grande masso roccioso, sfruttando le cave che si sono formatecol tempo sulla stessa parete rocciosa. La struttura è composta da due piani. Al piano superiore si trova l’incantevole chiesetta. In un angolo della grotta si trova un giaciglio, detto Culla di Sant’Onofrio:qui i fedeli si sdraiano per guarire dal mal di pancia o da stati febbrili persistenti.
Eremo di San Venanzio
L’Eremo si trova in un meraviglioso ed incontaminatoambiente naturale: su uno sperone roccioso a strapiombo
sul fiume Aterno – Pescara, sospeso a mò di ponte fra le strette pareti della omonima gola, tra le suggestive e omonime Gole di San Venanzio, nel comune di Raiano(AQ). Il suo nome deriva dal giovane Venanzioche si convertì al cristianesimo intorno alla metà del 200, e decise di ritirarsi in queste luoghi con il maestro Porfirio.Al suo interno presenta tre altari, uno centrale e due posizionati ai lati della chiesa. Davanti a quello maggiore, è posta la Scala Santa, completamente scavata nella roccia, che conduce alla parte più antica dell’eremo, una piccola grotta chiamata “la crocetta”, molto ambita dai fedeli, perché qui si riuscirebbe ad individuare l’impronta nella roccia del santo raccolto in preghiera. Riuscire a toccarla, secondo la tradizione, aiuterebbe a guarire i pellegrini da molteplici acciacchi.