Sospesi in un tempo antico e fuggevole, arroccati su dolci pendii, dominanti le cime dei monti, posti a difesa di passi e promontori, i Castelli che costellano l’Abruzzo sono meraviglie d’architettura militare, magicamente fusi all’ambiente naturale circostante in armonici quadri di infinita bellezza. Che siano ruderi romantici o siano stati restaurati e trasformati in musei, essi rappresentano una delle attrattive culturali più affascinanti della regione e offrono una occasione di itinerario tematico su qualsiasi percorso. Le loro forme e tipologie sono quanto mai varie, e costituiscono un vero e proprio “museo all’aperto” di architettura militare: si va dalle più semplici e arcaiche torri isolate d’avvistamento alle più poderose e “recenti” fortezze sette-ottocentesche, passando per torri cintate, torri urbane, castelli d’ogni forma e localizzazione, borghi murati, recinti di difesa, mura cittadine, rocche, palazzi conventi e masserie fortificati, torri costiere, forti, fortezze. La proficua presenza di rocche e torri trova spiegazione nei lunghi periodi di calamità interna ed esterna a cui furono sottoposti gli antichi abitanti. Ogni città d’Abruzzo annovera suggestivi castelli, ognuno con caratteristiche e stili unici e propri.
Il Castello di Roccascalegna:
E’ uno dei più suggestivi e possenti castelli abruzzesi. Si erge superbo su uno sperone roccioso da cui domina il caratteristico borgo medievale di Roccascalegna, il vallone del Rio Secco e l’ampia vallata del Sangro. La sua origine è molto probabilmente legata ai Longobardi che intorno al V/VI secolo fortificarono la rocca, successivamente passò sotto gli Svevi, gli Angioini e gli Aragonesi e man mano la struttura assunse un aspetto più elaborato. Il castello è caratterizzato da una pianta irregolare ed articolata che segue l’andamento dello sperone di roccia su cui è arroccato e si trova racchiuso entro possenti mura di cinta addossate allo strapiombo. Alla fortezza si accede salendo una lunga gradinata che conduce al ponte levatoio e quindi al portone, realizzato in rovere massiccio.
Il Castello di Rocca Calascio:
E’ uno dei più bei castelli d’Europa sia per forma (perfetta, una vera “icona”) che per la sua posizione(isolato come un nido d’aquila sulla cima di un monte che domina un territorio grande e spettacolare). Situato a 1460 metri d’altezza, è tra le fortificazioni più alte d’Italia e domina da tale altezza la valle del Tirino e della piana di Navelli. Si caratterizza per la capacità con la quale riesce a fondersi con l’impervio territorio circostante, dal quale non risulta affatto condizionato; è evidente come la sua sia una posizione assolutamente favorevole dal punto di vista difensivo. Rocca Calascio, castello dalla drammatica bellezza, è anche famoso per aver ospitato, in più occasioni, grandi set cinematografici, tra cui i film: “Lady Hawke“, “Il Viaggio della Sposa”, “Padre Pio”, “Il Nome della Rosa“, “L’orizzonte degli eventi”.
Il Castello di Crecchio:
Di origine normanno–sveva, a pianta quadrangolare, fu edificata attorno a una torre d’avvistamento intorno all’XI-XII secolo. Il 9 settembre 1943 in questo castello fecero tappa il re Vittorio Emanuele II, la regina e il principe Umberto in fuga da Roma. Nel periodo che va dal dicembre 1943 al giugno 1944, il castello è stato pesantemente bombardato. Ospita il Museo dell’Abruzzo Bizantino ed Altomedievale ed espone oggetti rinvenuti durante i campi di ricerca che l’Archeoclub d’Italia sede di Crecchio ha condotto, dal 1988 al 1991, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica dell’Abruzzo, sul sito di una villa romano-bizantina scoperta in località Vassarella di Crecchio. Vi sono inoltre altri reperti ostrogoti e longobardi provenienti dal territorio abruzzese, che insieme riescono a ricostruire la vita dei Bizantini in Abruzzo, la guerra contro i goti, le vicende che riguardarono la zona costiera tra fine del sesto e l’inizio del settimo secolo. La sala Alberto Carlo Fraracci ospita invece una collezione etrusca, donata all’Archeoclub d’Italia sede di Crecchio nel 1995.
Il Castello di Ortucchio:
Il castello di Ortucchio è una delle strutture difensive più singolari di tutto lo scenario dell’Italia centrale. La più
antica Torre dei Conti Berardi, ancora dominante al centro della rocca, occupò da tempo il sito inequivocabilmente più prezioso per il controllo del grande lago del Fucino, sorgendo su un cospicuo sperone roccioso mai invaso dall’escursione delle acque. Nel 1463 divenne proprietà di Antonio Piccolomini che edificò il castello nella forma oggi visibile, con un’opera grandiosa per l’epoca, scavando nella viva roccia, attorno alle nuove mura un ampio fossato esterno ed all’interno una darsena difesa ed organizzata per il traffico mercantile del naviglio leggero che poteva entrare fin dentro il castello. Il Castello di Ortucchio controllò per diversi secoli l’intera economia del lago e le comunicazioni, preferendosi allora le vie d’acqua per ogni spostamento, a causa della scarsa praticabilità delle zone costiere, paludose, instabili e malsane. Molto interessanti i dettagli degli apparati difensivi e gli espedienti per l’ottimizzazione dei traffici in assoluta sicurezza. Ancor oggi è visibile oltre il fossato, dirimpetto al torrione di Nord-est, una solida costruzione diroccata, risulta essere una dependance del castello chiamata “la stanga”, ufficio dove venivano pesati e suddivisi, il pescato e gli altri prodotti in arrivo, per essere inviati ai numerosi usufruttuari, così entrava nel Castello, di uso esclusivamente militare, solo ciò che ad esso competeva. È da notare che le bocche da fuoco erano dislocate e puntate anche su tutto il borgo.
Castello di Celano:
E’ una imponente fortezza iniziata intorno al 1392 e terminata dopo il 1463 dai Piccolomini che, ricevuta l’investitura della Contea di Celano, contribuirono a trasformare il castello da costruzione essenzialmente militare a confortevole dimora signorile. La cinta fortificata esterna racchiude un corpo centrale di forma rettangolare con quattro eleganti torri angolari merlate. L’edificazione viene attribuita al Conte Pietro Berardi che nel 1392 portò a termine la cinta muraria e i primi due piani del castello. La costruzione venne completata da Lionello Acclozamora che nel 1451 realizzò il piano nobile. Attualmente il castello è sede del Museo Nazionale d’Arte Sacra della Marsica ed ospita la Collezione Torlonia e delle Antichità del Fucino.
Castello di Casoli:
Il prospetto meridionale del castello include la torre originaria ed è la parte più rappresentativa dell’opera. Anticamente la torre con il recinto di difesa fungeva da luogo di rifugio delle scorrerie dei saraceni, i quali risalivano il corso del fiume Sangro spingendosi fin nell’entroterra. In epoca più recente le sale del castello hanno ospitato gli Amici del Cenacolo Abruzzese di cui il più illustre esponente era Gabriele D’Annunzio. Il Vate aveva una stanza a lui riservata ove spesso amava rifugiarsi, sono ancora visibili incise sui muri numerose sue scritte autografe e poesie come questi bei versi “La pazienza è l’immortal nepente che affora i nervi e l’anima ristora!”