In ogni stagione dell’anno e in ogni paese e città d’Abruzzo, nell’arco dei 12 mesi è un susseguirsi di tradizioni e feste del folclore che coinvolgono le intere comunità. Spesso di origine antichissima, in questi riti sincera devozione cristiana e immemorabili culti pagani coinvolgono da sempre.
SULMONA: La Madonna Che Scappa ( Domenica di Pasqua)
La Manifestazione de “La Madonna che scappa in piazza” la mattina della domenica di Pasqua, è organizzata da secoli dalla Confraternita di S. Maria di Loreto. Di origini Medievali, rievoca la Resurrezione di Cristo con una funzione folcloristico-religiosa unica nel suo genere. Piazza Garibaldi è gremita di folla. In uno dei lati della piazza, sotto le arcate dell’acquedotto svevo, è visibile il trono con la statua del Cristo Risorto. Dalla parte opposta vi è la Chiesa di S.Filippo dalla quale uscirà la Madonna in lutto, su sollecitazione dei due discepoli di Gesù, S. Pietro e S. Giovanni, i quali le hanno recato la lieta novella della resurrezione del Cristo. I due Santi vanno a vicenda a bussare, ma Ella crederà solo a San Giovanni al terzo tentativo.
La madre di Gesù questa volta obbedisce all’invito di Giovanni, le porte della chiesa si aprono ed esce. Il Rituale è complesso ed articolato: la Madonna percorre con passo incerto e cadenzato la distanza che vi è tra la chiesa e il centro della piazza perché è ancora incredula e sconvolta dal dolore.Giunta a metà della Piazza, la madre di Gesù scruta meglio l’orizzonte e riconosce il Figlio risorto che l’attende. A questo punto la Madonna inizia una corsa sfrenata, durante la quale le cade il mantello nero del lutto. Le resta indosso il vestito verde, il colore della primavera, foriera di lieti auspici mentre un volo di colombi si libra nel cielo accompagnato da scoppi di mortaretti. Ancora una volta si è compiuto un rito che vanta radici remotissime che vanno ben oltre la dimensione cristiana
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Telefono: 086453276
Email: iat.sulmona@abruzzoturismo.it
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BUCCHIANICO: Festa dei Banderesi (Maggio)
Festa dei Banderesi:La festa dei Banderesi è una suggestiva rievocazione storico-popolare di un presunto attacco che sarebbe stato mosso da truppe della città di Chieti, o, secondo alcuni, da truppe mercenarie, nei confronti del borgo di Bucchianico. La leggenda vuole, infatti, che intorno al XIV secolo, la cittadina fosse stata vicina ad essere invasa da truppe nemiche. Il popolo delle vicine campagne dovette rintanarsi all’interno delle mura cittadine, difese dal Capitano delle milizie, il cosiddetto Sergentiere. Uomini e donne si affrettarono a raggiungere il borgo portando con sé tutte le loro provviste. I primi, cinti di bande rosse ed azzurre, che sono anche i colori dello stemma del comune di Bucchianico, a bordo di carretti tirati da buoi, le seconde con in testa delle grandi ceste. Bucchianico, destinata a soccombere per la pochezza delle proprie difese, venne però salvata da Sant’Urbano che apparve in sogno al Sergentiere, capo delle milizie, indicandogli le strategie militari da attuare per evitare il tracollo. Il piano prevedeva che tutti gli uomini, vestiti delle caratteristiche fasce di colore rosso e azzurro e con un ciuffo di piume colorate, corressero senza sosta sui merli delle mura, facendo apparire il proprio esercito molto numeroso. Le truppe teatine caddero nell’inganno e, impauritesi, desistettero dall’attacco, e si ritirarono.La manifestazione riproduce, ogni anno, la fuga delle popolazioni dalle campagne all’interno delle mura, con una lunga e coloratissima processione di uomini, donne e bambini in costume, e di carri ricolmi di svariate vivande. Uno dei momenti più suggestivi dell’evento è costituito da una danza chiamata la “ciammaichella”, consistente nel vagare in corteo nella piazza del paese con spostamenti a zig-zag. Molto affascinante è anche la giostra cavalleresca medioevale.
Per saperne di più:
Telefono: 0871/38521 – 340/8393439
Email: info@proloco-bucchianico.it
FARA FILIORUM PETRI: Le farchie (Gennaio)
Le Farchie Il Sant’Antonio di gennaio viene festeggiato con le “farchie”. E’ tradizione che la festa delle farchie sia stata originata da un miracolo per intercessione di S.Antonio al tempo dell’invasione francese del 1799. All’epoca Fara era protetta da un grande querceto che si estendeva fino a coprire interamente la c.da Colli. Venendo da Bucchianico verso Guardiagrele i Francesi volevano occupare Fara ma l’apparizione di S.Antonio nelle vesti di un generale li fermò. Il santo intimò alle truppe di non oltrepassare la selva ed al loro diniego trasformò gli alberi in immense fiamme che scompigliarono i soldati.Le farchie sono dei fasci cilindrici di canne legati con rami di salice rosso aventi generalmente un diametro di cm 70-100 ed una lunghezza di mt. 7-9. Di solito sono preparate dalle contrade Colli, Madonna, Mandrone, Forma, Vicenne, Fara Centro, Crepacci, Campo Lungo, Colle Anzolino, Via S.Antonio o Colle San Donato, Sant’Eufemia, Giardino e Pagnotto, per essere portate processionalmente il pomeriggio dei giorno 16 gennaio dalle rispettive contrade sino al Largo antistante la chiesa di S.Antonio Abate, per essere innalzate ed incendiate con una simpatica rappresentazione coreutica. Come si svolge la festa
Il giorno 16 gennaio dalle contrade partono trattori decorati con sopra le farchie. E norma che i cortei prima di iniziare il viaggio recitino le litanie lauretane. Un suonatore di “trevucette” si mette a cavallo della farchia mentre un tamburino si mette a capo del corteo. I contradaioli scaricano la farchia poggiandola sul suolo e quindi, al comando di un uomo chiamato “capofarchia” la innalzano in piedi. Quando tutte le farchie sono alzate si dà inizio all’incendio. Alcuni mortaretti incendiano la sommità come una grande torcia.
Per saperne di più:
Telefono: 0871/70112
Sito web: www.comunefarafiliorumpetri.it/
LANCIANO: Feste di Settembre (Settembre)
Il MastrogiuratoLa rievocazione storica del Mastrogiurato rappresenta un evento molto atteso per tutta la cittadina di Lanciano e per i migliaia di visitatori che ogni anno questo evento richiama. Il programma della manifestazione prevede una serie di iniziative culturali, di spettacolie di intrattenimenti di vario genere.Durante la manifestazione si terranno concertidimusica antica, spettacoli teatrali, spettacoli itineranti di giocolieri, combattenti, danzatrici,cavalieri, trampolieri, falconeria, sbandieratori, giullari, saltimbanchi. Per domenica 1 Settembre è previsto lo svolgimento di un e imponente Corteo Storico, formato da oltre 700 figuranti, rigorosamente in costumi d’epoca, provenienti anche dall’estero, per tutto il suggestivo centro storico di Lanciano. Al termine di questo, verrà celebrata la solenne cerimonia di investitura del Mastrogiurato, antica figura di grande potere, magistrato del regno di Napoli che affiancava il sindaco nell’amministrazione della città.
Per saperne di più: Asso.ne Culturale Il MASTROGIURATO
Telefono: 0872/713270 338/2823456
Sito Web: www.mastrogiurato.it
COCULLO: Festa dei Serpari (Maggio)
Festa dei Serpari La festa dei Serpari di Cocullo si svolge ogni primo giovedì di maggio. Per chi ama spettacoli dal sapore forte e primitivo è doveroso recarsi a Cocullo il primo giovedì di maggio. Vi troverà certamente ciò che cercava; e l’impressione di quanto avrà visto e provato quel giorno non lo abbandonerà per tutto il resto della sua vita. Nessuno è potuto restare insensibile di fronte ad una manifestazione religioso-folcloristica di così rara emotività. Il rito delle serpi portate in processione insieme allastatua del Santo ha origini e agganci antichissimi. Con ogni probabilità, esso risale al tempo in cui Cocullo era sede del culto di Angizia, la dea che insegnava l’arte dei contravveleni ai primitivi popoli Marsi, che le offrivano in omaggio il sanguinoso sacrificio delle serpi. Secondo Plinio il Vecchio, che per primo descrisse la allucinante cerimonia pagana, le antiche popolazioni della Marsica avrebbero appreso l’arte di incantare i serpenti da Marso (da cui derivò il nome della terra in cui si erano insediate), figlio della mitica maga d’Eea, Circe. Altri attribuirebbero a Umbrone, sacerdote di Angizia e guerriero, il merito di aver edotto quelle genti alla magica attività di rendere innocui i serpenti velenosi. Per l’organizzazione della festa, a Cocullo è stata istituita la cosìddetta « colletta di San Domenico », cui i cittadini cocullesi, presenti e assenti, hanno assicurato la loro plebiscitaria adesione. Gli emigrati in particolare, sparsi un po’ dappertutto, ad ogni ritorno della primavera si affrettano a spedire al parroco dollari e sterline, franchi e marchi, corone e pesos, ed altre valute straniere. Magari sono costretti, poi, a fare qualche ora in più di lavoro in fabbrica, ma il loro generoso contributo alla festa di San Domenico non deve assolutamente mancare. La caccia alle serpi incomincia per tempo. A mano a mano che i tepori primaverili sciolgono le nevi invernali, i « serpari » intensificano le loro battute lungo le pendici delle montagne e tra le pietraie che circondano il paese.
Per informazioni:
Sito web: www.comune.cocullo.aq.it
ORSOGNA: I Talami (Ferragosto e Pasquetta)
I Talami di Orsogna, in provincia di Chieti, è uno dei riti pasquali più antichi e suggestivi d’Abruzzo risalente all’epoca tardo medioevale e legato alla tradizione dei drammi liturgici. – Questa è una rappresentazione teatrale veramente molto suggestiva perché è formata da sei carri, trainati da trattori, più un settimo trasportato a spalla, con sopra giovani attori immobili che interpretano scene del Vecchio e Nuovo Testamento davanti a un fondale affrescato. In alto è seduta una bambina, legata a una spalliera a forma di raggiera, che impersona la ‘’Madonna’’. Pur essendo d’ispirazione religiosa, a questa manifestazione è stato attribuito per secoli anche un significato di buon auspicio per il raccolto, come è testimoniato dal “carro delle messi”, che un tempo accompagnava la sfilata con i contadini che mimavano l’atto di zappare o di mietere il grano.
Per informazioni:
Telefono: 0871/869765 (Comune di Orsogna)
MIGLIANICO: Festa del vino Novello (Novembre)
Festa del vino novello, castagne e sapori d’autunnoLa “Festa del vino novello e delle castagne” si tiene nel suggestivo centro di Miglianico che per l’occasione è illuminato da candele posti in tripodi di ferro battuto ed è riscaldato da bracieri di legna. L’evento ha come protagonista assoluto il vino, che può essere degustato nel calice personale che ognuno porterà appeso al collo. L’area gastronomica propone i piatti tipici miglianichesi, in particolare pietanze a base di castagne, dai primi al dolce, come sagne ceci e castagne, zuppa di farro e castagne, crispelle e pizze fritte, salsicce e pancetta arrosto, e gli ottimi formaggi e salumi locali, tutto accompagnato dal vino novello di ben cinque tra le migliori Cantine Teatine. Un grande braciere, lungo circa 2 metri, attrezzo suggestivo usato per cuocere contemporaneamente oltre 30 kg di castagne e che affascina con il suo meccanismo automatico di cottura, occuperà la piazza principale.Nell’ambito della festa si svolgerà anche la V edizione di “Vinareccio”, rassegna di degustazione e premiazione del miglior vino nuovo o d’annata prodotto artigianalmente dai contadini e presieduta dai tecnici degustatori abilitati dell’O.N.A.V. Tutti possono partecipare purché il vino sia di produzione propria, consegnando le bottiglie, sigillate con tappo di ferro, sabato pomeriggio durante la manifestazione.La premiazione avverrà domenica sera. L’organizzazione dell’evento è a cura della Pro Loco di Miglianico.
Per Informazioni:
Telefono: 339/5698268
SAN MARTINO SULLA MARRUCINA: Lo Sposalizio di San Giuseppe (23 Gennaio)
Il giorno dello Sposalizio di San Giuseppe e della Madonna è festeggiato a San Martino sulla Marrucina ogni 23 gennaio, almeno da tre secoli, come testimonia un affresco che del XVIII secolo collocato nella Chiesa di San Cristinziano e che ritrae la scena del matrimonio tra il Patrono martinese e la Vergine Maria, ispirandosi a temi della scuola di Raffaello. La tradizione potrebbe anche essersi originata grazie ad un matrimonio tra due personaggi importanti e benestanti della cittadina che decisero di istituire in quel periodo la Cappella di San Giuseppe. Lo sposalizio apre le ricorrenze religiose annuali e si tratta di una vera a propria ricostruzione di un matrimonio reale anche se di fatto simbolico. Tutta la festa si svolge al mattino; si inizia con la Santa Messa, durante la quale vengono esposte le statue della Beata Vergine e di San Giuseppe, collocate ai piedi dell’altare (dove si è soliti collocare anche le sedute degli sposi nelle cerimonie), una di fianco all’altra e con i volti nella direzione dei fedeli. Alla fine della messa si prepara la processione, in cui entrambe le statue compiono il giro del paese una di fianco all’altra, come una coppia di novelli sposi. Nel momento in cui le due statue escono dalla chiesa, proprio come si fa nei normali matrimoni cittadini, vengono lanciati su di loro fiori e confetti. Quindi le due statue escono in processione dalla chiesa di San Cristinziano e percorrono il perimetro intero del centro storico, in modo che i novelli sposi possano benedire tutta la cittadina. Le statue devono percorrere nell’uscita dalla chiesa la discesa dell’antica via della Corte, così come fanno tutti i novelli sposi che qui celebrano le nozze. Le due statue di san Giuseppe e della Beata Vergine, scortate dai membri della congrega di San Giuseppe, dai gonfaloni di quest’ultima e da due ali di cittadini percorrono il giro del centro storico, lungo poco meno di un chilometro. Una volta che le statue tornano alla chiesa e vengono ricollocate davanti all’altare come in un vero matrimonio vengono distribuiti ai fedeli confetti benedetti, quasi che la Beata Vergine Maria e San Giuseppe vogliano rendere partecipi i martinesi e le persone venute da fuori paese della loro gioia per la loro unione. I confetti, tra l’altro un prodotto tipico dell’abruzzo antico, vengono acquistati e confezionati in ciuffetti di tulle da membri della Congrega di San Giuseppe e dai loro familiari, che solitamente si riuniscono nella casa del priore della Congrega.La tradizione dei confetti è molto antica ed è legata al sogno di un membro della Congregazione al quale apparse in sogno San Giuseppe chiedendo confetti per il suo sposalizio. Questi ultimi vengono benedetti dal Parroco sull’altare al rientro delle statue dalla processione e sistemati ai piedi dell’altare in grandi ceste.Vengono solitamente distribuito ai fedeli un ciuffetto di confetti per ogni famiglia e questi ultimi sono considerati beneauguranti per chi li riceve e soprattutto per le giovani coppie che si sposeranno entro l’anno.
ORTONA: Festa di San Sebastiano “IL VAPORETTO DI SAN SEBASTIANO” (Gennaio)
Il 20 gennaio, ad Ortona, si rinnova una delle tradizioni più caratteristiche e particolarmente sentite dagli Ortonesi. In occasione della festa dedicata a San Sebastiano si tiene uno spettacolo pirotecnico veramente eccezionale che tra spari, luci e colori propone il rito della barchetta, meglio conosciuta come “il vaporetto”. In serata, al termine delle cerimonie religiose, la folla si raduna davanti alla Cattedrale, per assistere alla partenza del “Vaporetto”: una barchetta di cartapesta, sospesa a mezz’aria ad un lungo filo di ferro che collega le due estremità della piazza, spinta da razzi fumogeni, deve compiere senza alcuna difficoltà un viaggio di andata e ritorno con scoppio finale, tra gli incitamenti degli spettatori. Secondo la tradizione, che si ripete dal 1936, se il viaggio procede senza intoppi, l’anno sarà eccellente per pesca ed agricoltura. E’ d’obbligo concludere la serata con ‘LU PUZZUNETT’, cena a base di “stoccafisso, broccoli e peperoni arrosto” da consumare in famiglia o nei tipici ristoranti.
ORTONA: Festa del Perdono (Maggio)
Dopo Pasqua, nella prima domenica di maggio si svolge la festa del Perdono in onore del Patrono S. Tommaso Apostolo. “La festa ha origine dalla concessione dell’indulgenza plenaria fatta dal Papa Sisto IV con bolla del 3 luglio 1479 ai visitatori della chiesa del Santo Apostolo di Cristo”. Da allora la Cattedrale di Ortona è meta di pellegrinaggi che giungono da ogni parte degli Abruzzi e del Molise durante il pomeriggio di sabato. Essi pernottano nella Cattedrale stessa dormendo per terra. “Una solenne novena con ottimi cantori e orchestra al completo precede la festa”. Il sabato sera viene esposto il sacro Busto in argento che per tutto l’anno è chiuso dentro una cripta sotto la cappella. Le chiavi della cripta sono otto, tre sono conservate dal Vescovo, una dal Capitolo e quattro dal Sindaco di Ortona.
Il corteo che muove dalla sede comunale alla Cattedrale è aperto dal Gonfalone del Municipio dal valletto che porta su di un vassoio d’argento le quattro chiavi della Cripta, seguita dalle autorità cittadine. “Prima dell’esposizione il Sacro Busto viene liberato dalla camicia di lino che lo avvolge e che è rinnovato annualmente da una famiglia che ne ha fatto voti”.
La bambagia che avvolge il Cranio costituisce una reliquia e un talismano, e i sacerdoti, durante la veglia, la ripartiscono e chiudono in cartina per distribuirla ai fedeli che si affollano sull’altare, dando spesso luogo a scene di fanatismo. La solenne processione del Sacro Busto si svolge nelle prime ore pomeridiane della domenica, e il baldacchino viene portato da marinai che hanno per l’Apostolo pescatore una particolare veneranza. In ogni rione del paese, al passaggio della processione si sparano fuochi fragorosi. Durante la grande Messa cantata celebrata dal Vescovo, nel momento del “gloria” entra in Chiesa la fila dei “doni” che il popolo offre al Patrono, costituiti da grosse ciambelle di pane azzimo, che si portano su larghi sostegni quadrati in legno, adornati di rami di alloro. Dopo la funzione serale della domenica, il Busto dell’Apostolo viene rinchiuso nella Cripta: tale cerimonia, che si svolge sempre in presenza delle autorità religiose e civili, è chiamata in dialetto “LU RIPONNE” (la riposizione) – I festeggiamenti del Perdono durano dal sabato al lunedì: in quest’ultimo giorno si celebra la Maggiolata sagra della canzone abruzzese, sorta nel 1920 ad iniziativa di un gruppo di giovani con a capo il maestro Guido Albanese e il poeta Luigi Dommarco, e che gradatamente ha assunto sempre maggiore importanza fino a varcare i confini della regione.
I “Maggiaiuoli” che indossano i costumi antichi sfilano per il corso su carri agricoli artisticamente addobbati con fiori e festoni e di tanto in tanto fanno una sosta e cantano 3 canzoni.
LANCIANO: La Squilla (23 Dicembre)
Da oltre tre secoli a Lanciano la festa di Natale comincia prima che altrove e precisamente elle prime ore serali dell’antivigilia, quando si ripete la tradizione della Squilla. Le origini di questa tradizione risalgono al 1607, quando Paolo Tasso, vescovo della città, noto per la sua pietà e devozione, iniziò a recarsi in pellegrinaggio penitenziale la sera del 23 dicembre, a piedi scalzi, fino alla chiesa dell’Iconicella. La pratica devozionale del vescovo era accompagnata dal rintocco della Squilla e si concludeva con l’abbraccio pastorale con i suoi fedeli che, in quell’occasione, estendevano sentimenti di solidarietà ed affetto anche nell’ambito familiare. Da quel giorno, il 23 dicembre di ogni anno, verso l’imbrunire, le vie della cittadina si riempiono di insolita animazione. I negozi abbassano le saracinesche, i passanti si scambiano gli auguri e ai primi rintocchi della campanella – chiamata per l’appunto Squilla – posta sulla torre civica, tutti si avviano verso la chiesa della Iconicella, distante circa 3 chilometri dal centro. Qui si svolge una breve cerimonia religiosa che dà alla cittadinanza l’occasione di ritrovarsi e rinnovare i vincoli di amicizia e di solidarietà civile. Subito dopo ognuno prende la via di casa. Alle diciannove, infatti, quando lo scampanio solenne di tutte le chiese si aggiunge al tintinnare della Squilla, ogni lancianese continua la commovente tradizione del baciamano al capo di casa o alla persona più anziana della famiglia. La cerimonia domestica si svolge in un clima di affettuoso rispetto e spesso segna il superamento di piccole incomprensioni o la pacificazione di contrasti. I giovani porgono gli auguri ai genitori che ricambiano, benedicendoli e consegnando i doni natalizi. La famiglia si riunisce intorno alla tavola ed ha inizio una cena che, pur non raggiungendo la varietà delle portate che costituiranno quella della vigilia, ha pur sempre un aspetto festivo e particolare. Nelle case che ne sono ancora provviste viene acceso il camino ed è il capo famiglia che pone sul focolare il tecchio che durerà fino al giorno della Befana.
Per informazioni:
Telefono: 0872.707428 (Assessorato alla Cultura)
GUARDIAGRELE: Festa San Nicola Greco e Sant’Antonio( Maggio)
San Nicola Greco è il Santo compatrono di Guardiagrele, le sue reliquie furono donate alla comunità da Napoleone Orsini nel 1338 e sono conservate nella chiesa di San Francesco. I festeggiamenti in suo onore corrispondono alla festività di Sant’Antonio e si svolgono durante la terza domenica del mese di maggio; in quei giorni i cittadini organizzano una fiera, la prima dell’anno, per la quale gli artigiani locali preparano manufatti di vario genere. La statua del santo viene portata per le strade del paese in processione accompagnata da una banda musicale, mentre ogni 25 anni l’urna con le reliquie del Santo lascia il santuario per compiere il giro della città.